I sensori presenti in ogni antifurto riescono a comunicare via radio con la centralina attraverso un “canale”, come accade, ad esempio, per la TV. In Europa, la legge prevede che vengano utilizzate le frequenze radio 433Mhz o 868Mhz o entrambe. Parliamo, quindi, di mono o doppia frequenza.
Il problema può sorgere nel caso in cui la frequenza usata viene intercettata e disturbata da un malintenzionato. Quando ciò accade, il sistema è annientato: il sensore scatta senza che la centralina riceva il segnale.
La doppia frequenza, invece, fa in modo che la comunicazione radio avvenga su due bande diverse e distanti fra loro. In questo modo, garantisce una migliore affidabilità e sicurezza della trasmissione/ricezione dei segnali. Qualora una delle due frequenze venisse disturbate, l’informazione riuscirebbe ugualmente arrivare alla centralina. Il pericolo che l’antifurto non riesca a fare il proprio lavoro è di gran lunga ridotto.
Inoltre, i sistemi di buona qualità, per garantire una maggiore affidabilità, avvisano tempestivamente se è in atto un eventuale tentativo di manomissione. Parliamo dell’antijamming o antiaccecamento.
Pertanto, appare chiaro che un sistema monofrequenza, a prescindere dalla qualità della sua codifica e a parità di altre caratteristiche, è sempre meno sicuro di un sistema a doppia frequenza.
Attenzione, però, a ciò che comprate. La vera doppia frequenza prevede l’invio dei dati dai sensori alla centralina su due frequenze ben distinte. Parliamo della frequenza 433Mhz e 868Mhz.
Diffidate anche da chi cerca di di denigrare l’affidabilità e l’efficienza della doppia frequenza. Per fare un esempio semplice, ma che può aiutare a capire meglio, secondo voi è meglio lavorare con una mano sola o con entrambe? Sentite meglio con un solo orecchio o con due? Come diceva quella vecchia pubblicità, “due is megl che one”! E non vale solo per i gelati, la stessa cosa si può dire di un sistema di allarme. Non ci sono dubbi o giustificazioni che tengano: la doppia frequenza vera è sempre meglio.