I contatti magnetici costituiscono la parte più economica nella componentistica di un impianto di antifurto per la casa. Costano molto poco e sono piuttosto efficaci. Nella pratica si tratta di un paio contatti magnetici di polo opposto che vengono applicati nei due battenti. Quando sono allontanati tra di loro, perchè è stata aperta una porta o spalancata una finestra, interrompono il campo magnetico ed inviano in maniera wireless o via filo un segnale di allarme alla centralina.
Sono piccoli, poco invasivi e si mimetizzano piuttosto bene anche nelle tapparelle.
Il funzionamento
All’interno di ogni contatto c’è una lamella composta da materiale ferromagnetico inserito in un bulbo di vetro. Questa lamella attrae l’altra, con polarità opposta, che si trova sul contatto installato nel battente vicino.
L’allontanamento dei contatti tra di loro provoca un’interruzione del circuito con conseguente allarme. La tecnologia è di tipo REED.
I sensori sono auto alimentati con pile proprie che durano un paio d’anni e si collegano alla centralina con filo oppure in maniera wireless.
Si presentano in varie forme: rettangolari, cilindriche (a sigaretta ad incasso) o con filettatura per l’innesto di viti e possono essere realizzati in plastica oppure in alluminio.
Come abbiamo visto il funzionamento è piuttosto semplice e la circuiteria che compone un contatto magnetico non è molto complicata. In ogni caso ci sono differenti tipologie di prodotti in commercio, anche con prezzi differenti che partono da 10 euro per arrivare a superare anche i 90 euro. Sarà un installatore esperto a consigliare quale è il più adatto al vostro impianto e dove andrà installato. Se scegliere quelli wireless, trasmettono solitamente a 868 Mhz, oppure filari, se installarli in serie o in maniera parallela tra di loro.