Da un decennio a questa parte i dispositivi elettronici hanno letteralmente invaso non soltanto le case e gli ambienti di lavoro ma anche le nostre vite, specialmente nella sfera della quotidianità: pensiamo per esempio allo Smartphone, un piccolo apparecchio in grado di inglobare le funzioni di più dispositivi che fino a qualche anno fa venivano usati separatamente e con tempistiche molto diverse. Un altro caso ci viene fornito dal mondo della fotografia: in commercio, infatti, vengono proposte delle macchine fotografiche in grado di scattare immagini a comando, e di cambiarne le sembianze originarie usando determinati filtri. Tali dispositivi vengono denominati sistemi autonomi, e le fototrappole ne sono un esempio (scout camera o stealth camera sono i termini inglesi): parliamo di una particolare tipologia di telecamera usata per registrare video e immagini di animali che raramente si fanno immortalare.
Tali dispositivi possiedono un case camouflage specifico che assolve una duplice funzione: renderle mimetizzate e tutelarle dagli agenti atmosferici come vento, grandine, neve e pioggia. Questo tipo di telecamera va lasciata in ambiente all’aperto per poter monitorare i movimenti degli animali, il tutto in un arco temporale che può partire da una settimana fino ad arrivare a diversi mesi. L’uso di queste telecamere è amatoriale per ciò che concerne la caccia fotografica ed il fototrappolaggio, mentre i professionisti le utilizzano anche per inchieste faunistiche, ambientali e per la realizzazione di video, reportage e documentari. Cuddeback, produttore leader a livello mondiale delle fototrappole, ha creato una vera e propria guida per il corretto uso di questi apparecchi, in special modo per quanto riguarda il fototrappolaggio di cervi, orsi e tacchini.
Per poter realizzare delle foto di qualità, queste telecamere devono essere montate seguendo determinate direttive: 1 – vanno posizionate su un albero piuttosto massiccio per evitare che il forte vento le sposti; 2 – vanno montate ad una distanza di circa 3 o 5 metri da dove si presume possa posizionarsi l’animale da sorvegliare (è necessario lasciare del cibo); 3 – vanno collocate ad un metro dal terreno; devono essere eliminati tutti gli eventuali arbusti che possano in qualche modo ostacolare la visuale della telecamera; 4 – bisogna effettuare dei test per verificare se il rilevatore di movimento funzioni correttamente; 5 – è necessario utilizzare delle batterie con una lunga durata, come per esempio le Duracell o le Energizer, molto diffuse in commercio.
Tutte le fototrappole sono fornite del sensore di movimento, il quale fa scattare la fotografia soltanto nel momento esatto del passaggio degli animali, e si possono usare anche per fotografie in notturna, in quanto sfruttano la tecnologia a led infrarossi (non provocano in alcun modo fastidio agli animali nel momento in cui vengono scattate le foto). Per ciò che concerne l’aspetto esteriore, le fototrappole si presentano come piccole scatole impermeabili fornite di una lente; gli elementi elettronici che costituiscono la telecamera sono coperte da un apposito strato in plastica di protezione. Il funzionamento di questi dispositivi è assai simile a quello di una tradizionale macchina fotografica digitale, aggiungendo però la fase di rilevamento di movimento, della visione notturna e della registrazione temporizzata.
L’importante è che non vengano usate per fini di caccia!!!
No, di solito vengono utilizzate per fini scientifici e di ricerca!