Prima di spiegare il funzionamento di un antifurto tripla frequenza, andiamo a spiegare il funzionamento generale di un antifurto e delle sue frequenze principali.
I sistemi d’allarme senza fili, anche detti wireless, nascono per funzionare su una singola frequenza – funzione che consente a una centrale di allarme di ricevere segnali radio dai vari componenti su un range di frequenze, normalmente fra i 433,075 e i 434,775 MHz. Con l’innovazione e l’evoluzione tecnologica si è passati agli allarmi a doppia frequenza che sfruttano un doppio range di frequenze, quello tra i 433,075 e i 434,775 MHz, e quello sui 868 MHz.
Le frequenze di lavoro determinano la qualità dei vari sistemi wireless presenti in commercio, anche se per entrambe le tipologie sono disponibili dei dispositivi, chiamati LPD, che permettono di usare i sistemi senza licenze e particolari concessioni.
La scelta di un antifurto a mono o a doppia frequenza non dipende tanto dalla loro sicurezza, sia l’uno che l’altro sono sicuri alla stessa maniera in assenza di interferenze, ma dalla possibilità che i malintenzionati hanno di inibire le comunicazioni tra la centrale e i componenti.
Il doppio canale di comunicazione dei sistemi a doppia frequenza danno il vantaggio, rispetto a quelli mono, di garantire una connessione più affidabile tra i dispositivi e per questo motivo più sicura. L’affidabilità sta nel fatto che, se un malintenzionato decide di inibire una frequenza, grazie alla funzione antijamming, la centralina riesce a riconoscere il disturbo e a dare ugualmente l’allarme. Allo stesso modo, in caso di interferenze involontarie, un sistema multifrequenza garantisce una comunicazione radio più sicura ed affidabile.
Oggi si è arrivati a un’ulteriore evoluzione: gli antifurto a tripla frequenza possono aumentare la sicurezza, ma anche la compatibilità tra i sistemi; sono particolarmente articolati, ma molto semplici e affidabili per l’utente finale che li preferisce ai sistemi d’allarme via cavo.
Importante anche la codifica dei sistemi di allarme: più è complessa la codifica, più potenzialmente si evitano interferenze, falsi allarmi e collisioni.
Ma come funziona un sistema d’allarme senza fili a tripla frequenza? Un sistema d’allarme senza fili, o wireless, funziona grazie a onde radio, grazie alle quali la centrale d’allarme e i componenti – sirene, sensori, ecc – comunicano tra loro. Nei sistemi wireless si adoperano tecnologie a bassa potenza, dette SRD ossia Short Range Devices, grazie alle quali è possibile superare ostacoli fisici e trasmettere segnali codificati ad alta velocità, inoltre i loro consumi sono ridotti e non creano inquinamento elettromagnetico (potenze entro i 10 mW).
Per i sistemi d’allarme wireless, l’Europa ha stabilito che le bande di frequenza utilizzabili sono quelle comprese tra i 25 e i 1000 MHz, ma le frequenze di lavoro di questi sistemi dipendono da dispositivi chiamati oscillatori di trasmissione, che attualmente sono di due tipi: al quarzo e ceramico.
Il primo genera frequenze che vanno dai 26,995 ai 40,700 MHz, mentre quello ceramico genera frequenze tra i 433,050 e i 434,790 MHz; l’uso dell’uno o l’altro definisce le caratteristiche di funzionamento del sistema d’allarme wireless.
In entrambi i casi, però, ci sono vantaggi nell’acquistare e installare un sistema d’allarme senza fili o un antifurto tripla frequenza wireless:
- no cavi e opere murarie;
- facilità d’installazione, anche fai da te;
- integrazione con altri dispositivi, anche dopo anni;
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continuo aggiornamento e risoluzione dei problemi grazie all’evoluzione tecnologica continua.